Dear Zazie, Here is today’s Lovers’ Chronicle from Mac Tag dedicated to his muse. Rhett
The Lovers’ Chronicle
Dear Muse,
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from afar
i am with you
because it is
in the dream night
turn around
there you are
snuggle close
this bed is so cold
the candlelight
in your hair
warmth at last
as sleep comes
last thoughts
with you
for you
when you awake
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the totem spins…
i called her
she did not hang up
but there was silence
i asked, how are you
“What do you think?!”
i had that comin’
the totem spins…
after an absence
we are still each other
wave on wave of memories
ebb and flow of time
when we were not apart
wave on wave of visions of you
washin’ over and over
and i feel myself… i feel again
the totem spins…
pullin’ you close
puttin’ my arms
around you
you have beat me;
how can i fight this
your smile answers
the totem spins…
sippin’ absinthe
playin’ like i am Goya
spreadin’ madness
all over the wall
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Eugenio Montale | |
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Today is the birthday of Eugenio Montale (Genoa; 12 October 1896 – 12 September 1981 Milan); poet, prose writer, editor and translator, and recipient of the 1975 Nobel Prize in Literature. In my opinion, the greatest Italian lyric poet since Giacomo Leopardi.
Versi
- Amo l’atletica perché è poesia | se la notte sogno, | sogno di essere un maratoneta.
- Folta la nuvola bianca delle falene impazzite | turbina intorno agli scialbi fanali e sulle spallette, | stende a terra una coltre su cui scricchia | come su zucchero il piede […] | e l’acqua seguita a rodere | le sponde e più nessuno è incolpevole. (da La primavera hitleriana, in La bufera e altro)
- Il genio purtroppo non parla | per bocca sua. | Il genio lascia qualche traccia di zampetta | come la lepre sulla neve. (da Il genio, in Satura)
Le occasioni
- Lontano, ero con te quando tuo padre | entrò nell’ombra e ti lasciò il suo addio. (da Lontano, ero con te)
- Non so come stremata tu resisti | in questo lago | d’indifferenza ch’è il tuo cuore; forse | ti salva un amuleto che tu tieni | vicino alla matita delle labbra, | al piumino, alla lima: un topo bianco, | d’avorio; e così esisti! (da Dora Markus, 1928-1939)
- Dalla Torre cade un suono di bronzo: | la sfilata prosegue fra tamburi che ribattono | a gloria di contrade. (da Palio)
- Tu non ricordi la casa dei doganieri | sul rialzo a strapiombo sulla scogliera: | desolata t’attende dalla sera | in cui v’entrò lo sciame dei tuoi pensieri | e vi sostò irrequieto. (da La Casa Dei Doganieri)
- Occorrono troppe vite per farne una. (da L’estate)
Ossi di seppia
- Torna l’avvenimento | del sole e le diffuse | voci, i consueti strepiti non porta. (da Quasi una fantasia)
- Spesso il male di vivere ho incontrato: | era il rivo strozzato che gorgoglia, | era l’incartocciarsi della foglia | riarsa, era il cavallo stramazzato. (da Spesso il male di vivere ho incontrato)
- Ascoltami, i poeti laureati | si muovono soltanto fra le piante | dai nomi poco usati. (da I limoni)
- Riviere, | bastano pochi stocchi d’erbaspada | penduli da un ciglione | sul delirio del mare. (da Riviere)
- Non chiederci la parola che squadri da ogni lato | l’animo nostro informe, e a lettere di fuoco | lo dichiari e risplenda come un croco | perduto in mezzo a un polveroso prato. | Ah l’uomo che se na va sicuro, | agli altri ed a se stesso amico, | e l’ombra sua non cura che la canicola | stampa sopra a uno scalcinato muro! (da Non chiederci la parola, 1925)
- Felicità raggiunta, si cammina | per te sul fil di lama. | Agli occhi sei barlume che vacilla, | al piede, teso ghiaccio che s’incrina; | e dunque non ti tocchi chi più t’ama. (da Felicità raggiunta, 1925)
- Forse un mattino andando in un’aria di vetro, | arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo: | il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro | di me, con un terrore di ubriaco. (da Forse un mattino andando, 1925)
- Va’, per te l’ho pregato, – ora la sete | mi sarà lieve, meno acre la ruggine […] (da In limine, 1920-1927)
- Ma in attendere è gioia più compita. (da Gloria del disteso mezzogiorno)
- Tu chiedi se così tutto vanisce | in questa poca nebbia di memorie; | se nell’ora che torpe o nel sospiro | del frangente si compie ogni destino. | Vorrei dirti di no, che ti s’appressa | l’ora che passerai di la dal tempo; | forse solo chi vuole s’infinita, | e questo tu potrai, chissà, non io. (da Casa sul mare)
- Voi, mie parole, tradite invano il morso | secreto, il vento nel cuore soffia. | La più vera ragione è di chi tace. (da So l’ora)
- Upupa, ilare uccello calunniato | dai poeti, che roti la tua cresta | sopra l’aereo stollo del pollaio | e come un finto gallo giri al vento; | nunzio primaverile, upupa, come | per te il tempo s’arresta, | non muore più il Febbraio, | come tutto di fuori si protende | al muover del tuo capo, | aligero folletto, e tu lo ignori. (da Upupa, ilare uccello calunniato)
Xenia II
- Ho sceso, dandoti il braccio almeno un milione di scale | e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino. (da Ho sceso, 1967)
- Il mio dura tuttora, né più mi occorrono | le coincidenze, le prenotazioni, | le trappole, gli scorni di chi crede | che la realtà sia quella che si vede. (da Ho sceso, 1967)
Mac Tag
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